Italia 61° mondiale per corruzione

Italia 61° mondiale per corruzione.
Tonino D’Orazio 30 gennaio 2016.

E’ stata appena presentata, a Roma per l’Italia, la classifica internazionale dell’indice di percezione della corruzione (CPI) di Transparency International sulla misurazione della corruzione nel settore pubblico e politico di 168 Paesi nel Mondo. Nella ventunesima edizione del CPI pubblicata, l’Italia si classifica al 61° posto nel Mondo, e guadagna 8 posizioni nel ranking mondiale (da 69 a 61). A sentire i danni da corruzione, tutti i giorni, nel nostro paese, si può immaginare che forse sono gli altri che scendono di parecchio.
La posizione dell’Italia rimane, come in gran parte delle graduatorie da alcuni anni, in fondo alla classifica europea, seguita solamente dalla Bulgaria e dietro altri Paesi generalmente considerati molto corrotti come Romania e Grecia, entrambi in 58° posizione.
Indovinate chi sono i buoni e i cattivi al mondo??
Siccome negli Stati Uniti le bustarelle possono essere dichiarate e scaricate dalla tasse, queste non costituiscono corruzione, ma solo benefit! Insomma il mondo intero, 6 miliardi di persone, è corrotto, eccetto 500 milioni di persone circa. Con chi schierarsi? Per il resto, essendo tra i paesi maggiormente produttori, con il commercio mondiale del WTO e degli armamenti sotto regia, possiamo immaginare che appena escono fuori dagli States diano una grossa mano in giro, essendo il 75 % dei paesi corrotti a loro sottomessi. Conoscendoli, e conoscendoci, possiamo immaginare i costi reali e fittizi degli F-35 che siamo costretti a comperare a colpi di miliardi. Sapremo solo fra qualche tempo chi ha pranzato ineluttabilmente nella mangiatoia. Infatti, anche se siamo il 61° paese più corrotto, abbiamo qualcosa di particolare, cioè, a parte le varie omertose mafie, tutto il resto, prima o poi, Report e intercettazioni o meno, viene a galla. Chissà a quale posto ci troveremmo se dopo aver appurato la verità non succede proprio niente come da noi. Tra l’altro più la corruzione è grande, in quantità, meno farabutti vanno in galera o se addirittura non stanno tutti agli arresti domiciliari; spesso l’essere stati stupidamente scoperti fa venire loro strane malattie.

Si confermano i più cattivi Somalia e Corea del Nord mentre la Danimarca è nuovamente campione di trasparenza. Non hanno previsto il furto governativo e pubblico a danno dei rifugiati.
Per l’Italia tralascio i commenti di Cantone, Lo bello (Unioncamere) e vari, che rilanciano un ruolo più forte e responsabile (?) della società civile (ormai con frecce spuntate!) su obiettivi condivisi nella lotta alla corruzione e aventi come focus il bene della res publica, quando sono proprio questi beni appartenenti a tutti ad essere regalati a imprenditori, molto spesso appaltatori, senza scrupoli e a solo fine di lucro, (altro che etica sociale dell’impresa!), che non c’entrano mai niente con la corruzione, pronti a rivendere il tutto a francesi, tedeschi, americani, cinesi, se non spagnoli. Che ovviamente, per cultura, non offrono bustarelle.

La stessa organizzazione Trasparency ong internazionale, che ha sviluppato l’Indice di corruzione – Corruption Perceptions Index (CPI), una lista comparativa della corruzione in tutto il mondo che viene aggiornata e pubblicata ogni anno, è presieduta guarda caso proprio da cittadini dei paesi “buoni”; Peter Eigen, tedesco, (director of the World Bank in Nairobi!Nonché direttore di una sezione della Banca Mondiale! Organizzazione nota per la sua filantropia); oppure Mark Moody-Stuart, statunitense, che vive a Antigua, e che proviene dalle industrie petrolifere,(Amministratore Delegato di Shell Trasporto e Trading Company, Cavaliere Comandante dell’Ordine di San Michele e San Giorgio. Ti pareva!);Fritz F. Heimann, americano, avvocato della General Electric, per più di 40 anni. Di altri componenti si trovano i nomi, in Wikipedia, ma non le schede, giusto per la trasparenza.
Tra l’altro Il CPI classifica le nazioni con il maggior indice di corruzione pubblica basando i propri dati sulle interviste fatte agli imprenditori. Un po’ come chiedere all’oste se il suo vino è buono. Trasparency è stato più volte criticato per la scarsa metodologia di ricerca e per la scorrettezza con cui vengono trattati gli stati in via di sviluppo.
Non credo che, se la classifica la dovessero stilare i politici, o i governi, o i commissari europei non eletti da nessuno, ci troveremmo meglio. La morale? Difficilmente i corruttori possono stilare una graduatoria dei corrotti. Verrebbe il dubbio anche sulla salvaguardia degli amici degli amici. Né i paesi ricchi, i buoni, dopo averli sfruttati potrebbero classificare meglio quelliItalia 61° mondiale per corruzione._Pagina_2_Immagine_0001 poveri. Come dire, più i paesi sono ricchi meno sono corrotti? Nella guerra dei ricchi contro i poveri del mondo questa classifica aggiunge un altro tassello.

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